(Inedito, gennaio 2008)
In questo spazio disastrato
E informatico
Noi produciamo bellezza
Siamo il giardino e il seme
Siamo la lama che spezza
La radice profonda
Del male automatico
Dell’uomo ammaestrato
Ridiamo e insieme
Crepiamo di pianto
Nella rete che affonda
In carne viva e accarezza
Il senso alfabetico
Di queste miserie supreme
Lo schianto
Generiamo e uno strato
Di sollievo e una brezza
Di niente per andare in onda
Siamo il sonno e l’anestetico
La veglia e il rimpianto
che sfonda.